La sorprendente vicenda dei giocatori malati di malaria
La vittoria della Costa d’Avorio ai quarti di finale della Coppa d’Africa contro il Mali con il punteggio di 2-1 e il gol di Diakité in pieno recupero nel secondo tempo supplementare, che ha evitato i calci di rigore ormai certi e regalato un’enorme gioia a tutti gli ivoriani, è passata in secondo piano quando, nell’immediato post partita, l’allenatore Eric Chelle del Mali ha fatto sapere che due calciatori scesi regolarmente in campo per la gara e durante la competizione in realtà fossero positivi alla malaria.
Il centrocampista Yves Bissouma e il difensore Moussa Diarra sono stati i giocatori coinvolti in questa inattesa rivelazione. Nonostante la gravità della situazione, l’allenatore Chelle ha spiegato con calma che la malattia è stata scoperta grazie ai risultati di analisi al sangue. “Yves e Moussa soffrivano di malaria. Non è così grave perché uno nato in Africa occidentale è abituato alla malaria e può giocare mentre per Moussa è stato diverso perché è la prima volta che contrae questa malattia”, ha spiegato ai media. La situazione di Diarra, colpito per la prima volta da questa malattia, ha richiesto un approccio più cauto durante gli allenamenti.
Le implicazioni e le precauzioni necessarie
Quella che per molti può sembrare una vicenda paradossale, in Africa è “normale” perché questa malattia non si trasmette da persona a persona ma soltanto con la puntura di una zanzara portatrice. Nonostante la non trasmissibilità tra esseri umani, i club di calcio devono prendere seri provvedimenti per garantire la sicurezza e la salute dei propri giocatori. In questo caso, il Tottenham ha imposto a Bissouma di rispettare i protocolli di guarigione prima di farlo tornare in campo. Nonostante la malattia, il giocatore sta già dimostrando segni di miglioramento, tanto che potrebbe essere schierato nella prossima partita di Premier League.
Il coinvolgimento di Bissouma in due gare eliminatorie della Coppa d’Africa solleva interrogativi sull’idoneità di far giocare atleti affetti da patologie durante competizioni internazionali. Anche se la malaria non si trasmette tra persone, la presenza di giocatori affetti da questa malattia mette in luce le sfide legate alla salute degli atleti che partecipano a tornei in regioni con specifiche problematiche sanitarie.