![Ilaria Salis: la lotta per la libertà e i diritti umani in Europa 1 20240207 012534](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240207-012534.webp)
Il caso di Ilaria Salis: la mancata azione del governo italiano
Il governo italiano ha deciso di non intraprendere ulteriori azioni ufficiali per ottenere la scarcerazione di Ilaria Salis, l’attivista monzese arrestata in Ungheria. Questa decisione è giunta dopo un incontro con il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il guardasigilli Carlo Nordio, durante il quale si sperava di ottenere il supporto italiano per garantire misure adeguate e evitare il pericolo di fuga di Salis. Il padre della trentanovenne e il suo avvocato auspicavano che un impegno ufficiale da parte di Roma potesse favorire la concessione degli arresti domiciliari in Italia durante il processo, seguendo una decisione quadro del Consiglio europeo.
La posizione del governo italiano
Dopo un susseguirsi di voci contrastanti, il governo italiano ha stabilito una linea ferma, sottolineando i principi di sovranità giurisdizionale di uno Stato che impediscono interferenze esterne nei processi e nello status dell’indagato. Tajani e Nordio hanno chiarito che qualsiasi comunicazione epistolare tra un ministero italiano e un organo giurisdizionale straniero sarebbe considerata irricevibile e irrituale, evitando così possibili complicazioni diplomatiche. Inoltre, è stata esclusa l’ipotesi di chiedere i domiciliari presso l’ambasciata italiana a Budapest, vista l’elevata problematicità politica che ciò comporterebbe.
Tajani ha sottolineato l’importanza di richiedere i domiciliari in Ungheria come condizione essenziale per l’attivazione della decisione quadro Ue del 2009 e per una potenziale esecuzione degli arresti domiciliari in Italia. Nonostante ciò, l’idea di richiedere i domiciliari presso l’ambasciata italiana è stata considerata impraticabile, poiché potrebbe generare un costo politico troppo elevato, specialmente considerando gli altri detenuti italiani in situazioni simili. Tuttavia, si ipotizza che il lavoro sul caso di Ilaria Salis continui in modo discreto, mantenendo un profilo più basso per non compromettere la giustizia che dovrà essere impartita.
Le reazioni e il futuro di Ilaria Salis
La reazione del padre di Ilaria Salis è stata di indignazione e delusione nei confronti del governo italiano: ‘Sono furibondo. Ci hanno preso in giro: mia figlia è stata torturata e dal nostro governo non è arrivata nemmeno una nota’. Nonostante la mancanza di supporto da parte dello Stato, il padre si dichiara determinato a continuare la lotta per la liberazione di Ilaria. Ilaria Salis, attualmente detenuta in Ungheria con l’accusa di aver aggredito due militanti neonazisti, rischia fino a ventiquattro anni di reclusione per lesioni potenzialmente mortali, nonostante abbia sempre dichiarato la propria innocenza e rifiutato un patteggiamento a undici anni di reclusione.
A breve si celebrerà il primo anniversario dell’arresto della trentanovenne, mentre in Ungheria è previsto un raduno internazionale neonazista, il Giorno dell’onore, evento tollerato dal governo locale. La situazione in Ungheria sembra essere critica, con un’escalation di eventi legati all’estremismo di destra. La vicenda di Ilaria Salis continua a destare preoccupazione e ad attirare l’attenzione sui diritti umani e sulla giustizia in Europa, mentre la lotta per la sua liberazione si fa sempre più intensa e incerta.