Sono state lette più di cento nuove parole
dei papiri carbonizzati di Ercolano, testimoni dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. che distrusse Pompei, grazie a un gruppo di informatici. Questi antichi rotoli rappresentano un tesoro unico dell’antichità, conservati in condizioni precarie. Da oltre due secoli studiosi hanno tentato di decifrarli senza successo a causa del loro stato fragile e annerito.
La sfida della ‘Vesuvius Challenge’
Recenti progressi tecnologici hanno permesso di fare passi avanti nella decifrazione di questi antichi manoscritti. La ‘Vesuvius Challenge’, organizzata da Nat Friedman, ha coinvolto fisici e informatici in una competizione avvincente con in palio centinaia di migliaia di dollari. Grazie a questa iniziativa, tre ricercatori sono riusciti a riconoscere oltre 2.000 caratteri di uno dei rotoli, guadagnandosi un premio di 700.000 dollari.
Le menti dietro la scoperta
L’informatico egiziano Youssef Nader, lo studente di robotica Julian Schilliger e il giovane informatico Luke Farritor sono i protagonisti di questa straordinaria scoperta. Grazie al loro impegno e alle nuove tecnologie impiegate, è stato possibile ricostruire circa il 5% del testo del rotolo in esame. Questo risultato è stato definito dalla giornalista scientifica Jo Marchant come ‘un enorme contributo alla risoluzione di uno dei più grandi misteri dell’archeologia’.
La tecnologia al servizio dell’archeologia
I dati interni del rotolo sono stati analizzati tramite raggi X e elaborati attraverso reti neurali artificiali, forme di intelligenza artificiale. Lo strumento ThaumatoAnakalyptor, sviluppato da Schilliger, è stato fondamentale nel rilevare gli strati accartocciati e nel permettere la ricostruzione del testo. Inoltre, un programma di machine learning è stato utilizzato per identificare le tracce di inchiostro e evidenziarle, facilitando ulteriormente il processo di decifrazione.
Il contenuto dei papiri
Il testo recuperato sembra trattare il tema del piacere ed è attribuito al filosofo epicureo Filodemo di Gadara, che risiedeva nella villa dove sono stati ritrovati i papiri. Attraverso frammenti del testo, emerge la riflessione sull’influenza della disponibilità di beni sul piacere. Inoltre, l’autore critica alcuni contemporanei per la loro mancanza di approfondimento sul concetto di piacere, sottolineando la sua importanza nella vita umana.