Il caso di Ilaria Salis: Delusione e Frustrazione
Roberto Salis, il padre di Ilaria Salis, attivista antifascista detenuta in Ungheria, non nasconde la delusione dopo gli incontri con i ministri degli Esteri e della Giustizia. Commentando l’esito degli incontri, Salis afferma: ‘È andata molto peggio di quanto ci aspettassimo, non vediamo nessuna azione che possa alleviare la situazione di mia figlia. Siamo stati lasciati soli.’ Le richieste avanzate al governo riguardavano i domiciliari in Italia o in ambasciata in Ungheria, entrambe negate. Salis esprime amarezza riguardo al prolungamento della detenzione di Ilaria, prevedendo che resterà a lungo in carcere e sarà presente in catene ai processi.
Le Richieste Respinte e le Critiche a Italia e Ungheria
Salis evidenzia la negazione delle richieste di detenzione domiciliare sia in Italia che in ambasciata in Ungheria. Carlo Nordio ha sottolineato che il difensore ungherese dovrebbe insistere per modificare la detenzione carceraria. Tuttavia, i ministri affermano che i principi di sovranità giurisdizionale impediscono al governo italiano di interferire nel processo o nella libertà dell’indagato. Salis critica la mancanza di supporto pratico, sottolineando: ‘Mi sembra che ci sia un totale scollamento nel funzionamento dello Stato. Oggi il ministro degli Esteri sembrava stupito quando ho evidenziato che l’ambasciata in Ungheria non fornisce un elenco di avvocati per selezionare un difensore.’
La Situazione di Detenzione e il Dibattito Europeo
Salis lamenta il rifiuto di fornire documenti utili per agevolare il lavoro degli avvocati, citando il timore di creare precedenti. Afferma: ‘Non si può fare un’azione preferenziale nei confronti di nessuno. Ma se lasciamo tutti lì siamo uno stato che difende i cittadini? Ora ci sarà carcere a oltranza fino al termine del processo o in situazioni peggiori.’ Il caso di Ilaria Salis è dibattuto anche al Parlamento europeo, con la commissaria Ue Mairead McGuinness che sottolinea l’importanza di rispettare i diritti fondamentali dei detenuti, inclusa la presunzione di innocenza. Eniko Gyori, eurodeputata ungherese, contesta le accuse di Salis e afferma che la cittadina italiana ha mentito durante la procedura legale, difendendo le azioni intraprese in Ungheria.