L’unica speranza dei falchi Ben Gvir e Netanyahu è un falco
Nel contesto di un sempre maggiore isolamento da parte degli Usa, di buona parte della comunità internazionale e di una parte del popolo israeliano, l’unica arma su cui il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro di estrema destra del suo governo Itamar Ben Gvir possono puntare è la vittoria di Donald Trump. Lo ha detto chiaramente il ministro della Sicurezza nazionale oggi, nella sua prima intervista rilasciata ad una testata giornalistica straniera da quando è entrato nel governo. “Se Trump fosse al potere, la condotta degli Stati Uniti nei confronti di Israele sarebbe completamente diversa” ha affermato Ben Gvir al Wall Street Journal. Lo fa capire ogni giorno di più il premier Benjamin Netanyahu, che non può rilasciare ovviamente dichiarazioni negli stessi toni di Ben Gvir per la posizione che ricopre, ma vede nella rielezione di Trump la sola possibilità di salvaguardare la propria leadership.
Mai prima d’ora Ben Gvir aveva concesso un’intervista ad un quotidiano non israeliano. Il fatto che poi il giornale sia americano rende ancora più rilevanti le affermazioni del ministro della Sicurezza Nazionale. “Invece di darci il suo pieno appoggio, Biden è impegnato a fornire aiuti umanitari e carburante a Gaza, che vanno nelle mani di Hamas” ha affermato Ben Gvir nell’intervista, facendo intendere che il presidente Usa stia ostacolando lo sforzo bellico di Israele. Alcune ore dopo la pubblicazione dell’intervista Netanyahu si è visto costretto ad aggiustare il tiro. “Israele è molto riconoscente all’amministrazione Usa per il sostegno avuto sin dall’inizio della guerra” ha detto il premier. ”Questo non vuol dire – ha aggiunto Bibi – che con gli Usa non possano esserci divergenze di opinioni. Le abbiamo superate con decisioni ponderate e determinate”.
Frattura nel governo israeliano
È sempre più evidente la frattura all’interno del governo israeliano, con Netanyahu e Ben Gvir che mostrano la loro contrarietà a Biden e attendono, fiduciosi, il possibile arrivo di Trump. Mentre il leader centrista Benny Gantz, che punta a sostituire Netanyahu già prima delle elezioni americane del novembre 2024, difende Biden e si schiera con l’attuale amministrazione. Il membro del gabinetto di guerra ha fortemente criticato il ministro Ben Gvir per aver attaccato il presidente degli Stati Uniti. “I disaccordi con il nostro più importante alleato – ha detto – non dovrebbero essere gestiti con dichiarazioni irresponsabili ai media che danneggiano le relazioni strategiche di Israele, la sicurezza nazionale e lo sforzo bellico”. Gantz ha invitato il primo ministro Netanyahu a “richiamare all’ordine” Ben Gvir, “che, invece di occuparsi di questioni di sicurezza interna, sta causando enormi danni alle relazioni estere di Israele”.
Anche il leader dell’opposizione Yair Lapid – che allo stesso modo aspira alla leadership israeliana nei prossimi mesi – ha criticato il leader del partito di estrema destra Otzma Yehudit (Potere Ebraico). “L’intervista di Ben Gvir è un colpo diretto alla posizione internazionale di Israele, un colpo diretto allo sforzo bellico, danneggia la sicurezza di Israele e soprattutto dimostra che non capisce nulla di politica estera. Chiederei al primo ministro di fermarlo, ma Netanyahu non ha alcun controllo sugli estremisti del suo governo” ha affermato Lapid. Le dichiarazioni di Ben Gvir al Wsj arrivano in un giorno cruciale. Perché proprio oggi comincia il quinto viaggio in Medio Oriente del Segretario di Stato americano Anthony Blinken, un tour diplomatico che ha come obiettivo quello di raggiungere finalmente un’intesa tra Israele e Hamas per liberare gli ostaggi rimasti a Gaza e porre fine alla guerra.