Le Agenzie di Intelligence USA escludono che Putin abbia ordinato l’uccisione di Navalny
Recenti dichiarazioni provenienti dalle agenzie di intelligence degli Stati Uniti hanno acceso nuovi riflettori sul caso di Alexei Navalny, il dissidente russo morto in circostanze misteriose. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, fonti vicine agli ambienti dell’intelligence americana affermano che Vladimir Putin non avrebbe ordinato direttamente l’uccisione di Navalny. Queste informazioni emergono in un contesto in cui la morte del dissidente continua a suscitare domande e dubbi, avvenuta in un carcere di massima sicurezza, dove Navalny era recluso in isolamento, dopo aver già subito un avvelenamento con il noto agente nervino Novicok.
Un Consenso all’interno della Comunità dell’Intelligence
La valutazione dell’intelligence statunitense, come riporta il WSJ, non solleva Putin da responsabilità generali ma suggerisce che ‘probabilmente non sia stato lui a ordinarla in quel momento’. Tale considerazione viene descritta come ‘ampiamente accettata all’interno della comunità dell’intelligence’ e condivisa da diverse agenzie, inclusa la CIA e l’Ufficio del direttore dell’intelligence nazionale. Questa posizione si distacca dalle accuse più dirette, sebbene non chiuda definitivamente il dibattito sulla morte di Navalny e sulle responsabilità del Cremlino.
Reazioni e Sviluppi Successivi alla Morte di Navalny
Maria Pevchikh, responsabile delle indagini per conto della Fondazione anticorruzione, afferma che sono stati fatti numerosi tentativi per ottenere la liberazione di Navalny, mentre Leonid Volkov, ex braccio destro del dissidente, critica l’idea che Putin non fosse a conoscenza o non avesse approvato l’azione, definendola ‘ridicola’.
Intanto, da Mosca giungono notizie di arresti legati alle attività di opposizione. Konstantin Gabov, giornalista, è stato arrestato con l’accusa di ‘estremismo’ per aver collaborato alla creazione di contenuti video su YouTube insieme allo staff di Navalny. Gabov, che ha lavorato con canali televisivi russi e con l’agenzia di stampa bielorussa Belsat, rimarrà in custodia cautelare in attesa del processo. Questo arresto evidenzia come, nonostante la morte di Navalny, le autorità russe continuino a perseguire coloro che si associano alla sua eredità e alle sue attività di opposizione.
Le dinamiche intorno alla morte di Navalny e le reazioni internazionali riflettono la complessità delle relazioni tra la Russia e l’Occidente, evidenziando questioni di diritti umani, sovranità nazionale e la lotta per la libertà di espressione. La situazione continua a evolversi, con un impatto che va oltre il caso singolo di Navalny, influenzando le percezioni internazionali della Russia e del suo governo.