Stellantis ferma la produzione a Mirafiori: il malcontento cresce
La decisione di Stellantis di interrompere la produzione nello storico stabilimento di Mirafiori fino al 3 giugno ha scatenato una serie di reazioni negative tra i lavoratori e le rappresentanze sindacali. L’annuncio, che segue una serie di misure considerate penalizzanti per il sito produttivo torinese, è stato interpretato come un segnale di una crisi profonda che sta affrontando lo stabilimento, un tempo fiore all’occhiello dell’industria automobilistica italiana.
Il presidente di Stellantis, John Elkann, ha recentemente descritto il 2024 come un ‘anno fantastico’, ma per i lavoratori di Mirafiori la realtà sembra essere ben diversa. La produzione della 500Bev e delle vetture Maserati è stata sospesa per tutto maggio, con una ripresa prevista solo all’inizio di giugno. Questa decisione ha sollevato preoccupazioni significative riguardo al futuro dell’occupazione nello stabilimento, soprattutto considerando che già nei mesi successivi i lavoratori saranno impiegati in regime di solidarietà, seguiti da una pausa estiva a partire dal 6 agosto.
La crisi di Mirafiori: numeri e cause
Il segretario generale della Fiom Torino, Edi Lazzi, ha espresso il suo malcontento a Ilfattoquotidiano.it, sottolineando come la situazione a Mirafiori stia vivendo una vera e propria ‘escalation’ di crisi. La produzione della 500 elettrica, in particolare, ha subito un drastico calo, con soli 12mila pezzi prodotti nel primo bimestre del 2024, circa la metà rispetto all’anno precedente. Questa riduzione è stata attribuita alla mancanza di incentivi sui mercati europei, e in Italia in particolare, dove i finanziamenti promessi dal ministro Adolfo Urso tardano ad arrivare.
Di fronte a questa situazione, i lavoratori e i sindacati chiedono a gran voce che vengano assegnate alla produzione di Mirafiori nuove vetture per garantire un futuro allo stabilimento e mantenere i livelli occupazionali. Tuttavia, l’azienda sembra non avere intenzione di modificare la sua strategia, limitandosi ad annunciare un restyling della batteria della 500 per migliorarne le prestazioni.
Il futuro incerto di Mirafiori
L’interruzione temporanea della produzione è stata definita da Lazzi come ‘l’ennesimo schiaffone’ ai lavoratori. La situazione è aggravata dalla percezione che lo stabilimento non possa sopravvivere basandosi su un unico modello di produzione. Il declino occupazionale è evidente anche dai numeri: il reparto Carrozzerie conta oggi 2.250 occupati, meno della metà rispetto a quindici anni fa. Senza nuove assunzioni, il futuro sembra prevedere la chiusura inevitabile di interi reparti.
Le mosse dell’ultimo mese, tra cui l’accordo per incentivare 1.560 uscite e l’annuncio di un prolungamento della cassa integrazione, non fanno che aumentare le incertezze. In questo contesto, i lavoratori e le loro rappresentanze sindacali temono che la strategia dell’azienda al termine della produzione della nuova versione della 500Bev possa portare a ulteriori riduzioni occupazionali, mettendo a rischio il futuro dell’impianto e di migliaia di famiglie.
La situazione a Mirafiori si inserisce in un contesto più ampio di tensioni tra l’industria automobilistica e le politiche governative sugli incentivi, con i lavoratori colti nel mezzo di questo scontro. Mentre il governo tarda a fornire le misure di supporto promesse, gli operai dello stabilimento torinese si trovano a fare i conti con un futuro sempre più incerto, in attesa di decisioni che possano garantire la continuità produttiva e occupazionale.